La prigione del ricordo

Ho avuto un infanzia meravigliosa. Persone e luoghi picernesi degli anni fine settanta ed inizi ottanta sono scolpiti in marmo nella mia memoria. Non andranno mai via. Sono per me un luogo di rifugio quando la vita mi tormenta. È una radice impossibile da sradicare, ma anche una prigione da cui è difficile fuggire. La radice falsifica la percezione della realtà. Vorresti tornare a quei giorni, ma lo sai che non è possibile. Tutto scorre e tutti scorrono. È giusto che sia così. Ed allora vado a rifugiarmi in montagna e mi rivedo con tutti quei pastori e quelle donne che giravano intorno a me da piccolino. Eccoci! Vedete! Il ricordo m’incatena di nuovo. E da questa prigione non puoi avere il senso della realtà in pieno. Il galloitalico all’estero vive in una nebbia foltissima che fa vedere poco e fa immaginare tanto. E quanto si azzarda a dire la sua su questo e su quello, immediatamente pensa che non è il caso. Il galloitalico all’estero davvero conosce la vita di Picerno nel 2023? Non la conosce e questa consapevolezza lo tormenta. È davvero inguaiato questo galloitalico all’estero! Ascoltarlo è un gesto di solidarietà, un modo per diradare la nebbia per qualche secondo.

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