Lettera ad un giornale – Mai pubblicata!!!! Credo!

Un libro per resistere al folle dibattito sulla sostituzione etnica. (Scritta ai tempi del Lollobrigida pensiero, ma ancora valida visto i tempi)

Per difendersi dall’aberrante idea della sostituzione etnica bisognerebbe leggere il libro Harlem, Italia di Renato Cantore, edito da Rubbettino Editore. L’autore, un tempo volto noto per i lucani al TG regionale, per i tipi di una realtà rampante ed innovativa meridionale come Rubettino, ci narra la storia straordinaria di due lucani d’America dell’inizio del secolo scorso, che insegneranno agli Americani cosa è una società multietnica, come la si crea e come la si vive. Leonard Covello, o anche Leonardo Coviello, e Vito Marcantonio trasformeranno East Harlem da un ghetto di ignoranti e destinati a rimanere tali lavoratori sfruttati, sottopagati, umiliati e marginalizzati in un luogo integrato nella società americana dove bianchi anglosassoni, italiani, ebrei, portoricani, irlandesi, polacchi ed altri ancora vivranno e lavoreranno insieme. Leo lo fa attraverso la scuola. La scuola sara’ il pilastro portante di East Harlem. Covello crede fermamente che la conoscenza è l’unica via per andare oltre gli stereotipi e l’odio. La conoscenza non e’ solo l’acquisire nozione e senso critico, ma anche vivere con gli altri e conoscere gli altri. Marc lo fara’ attraverso un modo di fare politica energico e dirompente, interamente dedicato ai problemi della gente di qualsiasi etnia senza perdere di vista il quadro politico nazionale ed internazionale. Le descrizioni delle sue giornate in ufficio sono straordinarie: 200-300 persone passavano giornalmente per qualsiasi tipo di problema. Harlem, Italia va letto perché illustra una via diversa a questa delirante visione sul fenomeno migratorio che stiamo vivendo in Italia ed in Europa, porta la scuola al centro del futuro di una qualsiasi comunità e la logica e la conoscenza come faro per capire il mondo intorno a noi e che strategia adottare per viverlo. So bene che questo governo non ci darà nulla di tutto ciò, ci fornirà paure, affermazioni impensabili e soluzioni che non risolvono. Non ci resta che sperare che un giorno torneremo a pensare alle persone, chiunque esse siano, a renderle libere, ad investire nella scuola perché la conoscenza è l’elemento fondante di qualsiasi futuro, particolarmente di un futuro che non può che essere multietnico. Allora, ringrazieremo Leonard Covello e Vito Marcantonio per averci mostrato una via e Renato Cantore per averli raccontati.

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