Nuova lettera ad un giornale. Non pubblicata!

Per un Centro Studi Galloitalitici

In Basilicata gira una eroina. Non è un personaggio Marvel o DC. Non si allunga in modo spropositato. Non si trasforma in liquidi. Non caccia unghie metalliche per scorticare il cattivo di turno. Ha solo una gran perseveranza ed una grande convinzione. È infatti convinta che i dialetti sono il cuore dell’identità di una persona e di una comunità. E come darle torto. Ma la politica non le dà così tanto retta. Basterebbero un po’ d’attenzione ed investimento per dare possibilità a lei, ai suoi collaboratori ed al suo centro di ricerca (A.L.Ba) di lavorare per la ricchezza ed, oserei dire, la bellezza della Basilicata. Ma tutto ciò non si vede neppure con il telescopio di Castelgrande! Ed allora gira nei paesi lucani, non perdendo un’occasione per parlare dei nostri dialetti. Se fosse stata un’altra persona, si sarebbe comodomante seduta sulla sua cattedra di Professoressa dell’UNIBAS e come si dice dalle nostre parti, buona notte ai suonatori! Ma la Del Puente gira, racconta, spiega, e poi gira e poi di nuovo e poi di nuovo!! Non ho mai avuto la fortuna d’ascoltarla. Ma leggo i suoi lavori, ma soprattutto ammiro la sua tenacia in nome dell’identità dei paesi lucani. I dialetti c’identificano, ci parlano del nostro passato, del nostro modo di essere, ed evolvendosi ci dicono anche dove potremmo andare a parare nel futuro. Io sono galloitalico. L’ho anche scritto sul mio CV nella sezione lingue conosciute. Ho due lingue madri: l’italiano ed il galloitalico. È tutta ricchezza il mio bilinguismo. Mica me ne vergogno. Eppure questa nostra natura bilingua va perdendosi. Ed uno dei motivi principali di questo scomparire è non sostenere lavori ed idee come quelle della Prof.ssa Del Puente. Nel caso del galloitalico, i paesi galloitalici della Basilicata potrebbero consorziarsi per creare un Centro di Studi Galloitalici, magari con a capo la Del Puente. E così potrebbe farsi per altri gruppi linguistici. Condividere le risorse, i finanziamenti, gli impegni ed i successi per non fare scomparire il pilastro portante della nostra identità. Non serve tanto. Serve attenzione a quello che siamo.

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